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Visualizzazione dei post da febbraio, 2015

18 febbraio 1947. Bologna e il “Treno della vergogna”

La domenica del 16 febbraio 1947 da Pola partirono per mare diversi convogli di esuli italiani con i loro ultimi beni e, solitamente, un tricolore. I convogli erano diretti ad Ancona dove gli esuli vennero accolti dall'esercito a proteggerli da connazionali, militanti di sinistra, che non mostrarono alcun gesto di solidarietà. Ad accogliere benevolmente gli esuli ci furono tre uomini, dei quali due con la fisarmonica, che cominciarono a cantare vecchie canzoni istriane: questi erano esuli precedentemente sbarcati e che avevano combattuto nella resistenza italiana. La sera successiva partirono stipati in un treno merci, sistemati tra la paglia all'interno dei vagoni, alla volta di Bologna dove la Pontificia Opera di Assistenza e la Croce Rossa Italiana avevano preparato dei pasti caldi, soprattutto per bambini e anziani. Il treno giunse alla stazione di Bologna solo a mezzogiorno del giorno seguente, martedì 18 febbraio 1947. Qui, dai microfoni di certi ferrovieri sindac

Settimo Milanese. La targa per le foibe divelta e profanata: era lì da sole 12 ore

A Settimo Milanese la stele per i martiri istriani e giuliani non resiste nemmeno una notte. La denuncia di Forza Italia: "La sinistra non vuole ricordare". Ha avuto vita breve, la targa in memoria delle vittime delle foibe posizionata ieri a Settimo Milanese . Nemmeno dodici ore dopo il posizionamento, la stele collocata da un esule istriano in piazza della Resistenza nel comune dell'hinterland meneghino è stata divelta e sottratta sparendo nel buio della notte. A denunciarlo è Ruggiero Delvecchio , consigliere comunale di Forza Italia: "Purtroppo la targa divelta è l'ennesimo atto incivile contro chi porta ancora i segni di quella tragica pagina della storia Italiana. È l’ennesima dimostrazione che c’è una parte della sinistra che non vuole ricordare i martiri, nascondendo le responsabilità materiali e ideologiche di quegli atti." Nella giornata di ieri, in cui ricorreva il giorno del Ricordo , si era tenuta una commemorazione alla presenza d

Foibe, la sinistra continua ad infangare i martiri

Pisapia diserta la cerimonia, la Boldrini organizza la commemorazione mentre i deputati sono impegnati in Aula e c'è chi si dissocia dal ricordo. La sinistra perde il pelo ma non il vizio. Quando si tratta delle foibe , la recidiva è una costante. Reticenze e silenzi imbarazzati quando va bene, negazionismo aperto e insulti nei casi più clamorosi. Da quando, nel 2004, è stato istituito il giorno del Ricordo , con cui si celebra la memoria dei martiri delle foibe e delle vittime dell'esodo forzato da Istria, Venezia Giulia e Dalmazia , il revisionismo ha una data fissa: il 10 febbraio. Ogni anno la stessa storia: nelle foibe sono stati buttati i fascisti e i tedeschi e "comunque prima della fine della guerra sono stati uccisi anche un sacco di jugoslavi". Quando si fa notare che a venire ammazzati furono anche migliaia di civili, obiettivi di una barbara operazione di pulizia etnica, la risposta è un'alzata di spalle. Non solo perché i responsabili dell&

Foibe. Giornata del ricordo. Vite negate, massacri, falsità. Anche la verità fu infoibata

Oggi la "Giornata del ricordo" per celebrare gli italiani cacciati e uccisi da Tito dopo la guerra. Una tragedia che nella gerarchia del dolore sta sempre dietro le vittime delle dittature fasciste. Cos'era accaduto sulle coste orientali italiane dell'Adriatico dopo la guerra? Niente di rilevante, avrebbero voluto rispondere chi governava l'Italia e chi da sinistra faceva l'opposizione.  Soltanto un nuovo confine segnato con un tratto di penna sulla carta geografica dell'Europa. Vite negate. Amori, amicizie, speranze sconvolte, sentimenti calpestati, che per pudore, in silenzio, lontano da occhi inquisitori, l'esule arrivato dall'Istria, dalla Dalmazia, da Fiume chiudeva nel dolore, forse sperando che questo dignitoso comportamento lo aiutasse ad essere accolto da chi non ne gradiva la presenza. Si chiudeva così il cerchio dell'oblio, e una pesante coltre di omertà si distendeva sopra le sconvenienti ragioni degli sconfitti. La Storia