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Visualizzazione dei post da 2016

Schio. La medaglia al partigiano assassino ‘Teppa’ e la pessima figura delle istituzioni

E’ una brutta gatta da pelare la faccenda della medaglia al partigiano ‘Teppa’. Una ‘rogna’ a tutti gli effetti che ha fatto fare brutta figura praticamente a tutti. Brutta figura per il sindaco di Schio, Valter Orsi, che ha detto di non essere al corrente del fatto che tra i premiati ci fosse anche Valentino Bortoloso, e per il suo assessore Anna Donà, che sapeva benissimo e, malgrado ciò, ha sorriso sgargiante mano a mano con il premiato ‘Teppa’ indossando la fascia tricolore. Brutta figura  per il prefetto Eugenio Soldà, perché chi rappresenta lo Stato sul territorio non può di certo accettare di conferire un’onorificenza a chi è responsabile di un gesto inqualificabile che ancor oggi costituisce una macchia indelebile nella storia di Schio e di tutto l’Alto Vicentino. Brutta figura per l’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), perché ognuno è libero di avere le proprie idee, ma premiare un assassino è, comunque la si voglia vedere, francamente inaccettabile. Brut

Schio. Orsi si dissocia dalla Medaglia alla Liberazione a Bortoloso: “Non è un eroe”

“Valentino Bortoloso eroe della resistenza? No, grazie, non ci sto”. Sono le parole di Valter Orsi, sindaco di Schio, che dopo aver appreso dell’onorificenza attribuita dal prefetto Eugenio Soldà  per volontà del Ministero della Difesa, ad un concittadino divenuto famoso per aver partecipato, armi in pugno, all’eccidio di Schio. Bortoloso, oggi 93enne, era un partigiano e come tale dall’opinione generale viene definito un ‘eroe’. Ma Bortoloso, che aveva come nome di battaglia ‘Teppa’, è anche l’unica persona ancora in vita del commando che, dopo la Liberazione, sparò e uccise 54 persone imprigionate nel carcere di Schio. Uno dei protagonisti dell’eccidio di Schio insomma, fatto per il quale l’uomo era stato condannato a morte dagli alleati alla fine della guerra. Bortoloso è stato inserito nella lista degli 84 vicentini selezionati a ricevere la ‘Medaglia della Liberazione’, premio che gli è stato consegnato dal prefetto, affiancato da Anna Donà, assessore di Schio. Un onorifice

Fu condannato a morte per l’Eccidio, ora premiato il partigiano Teppa

VICENZA/SCHIO – Un protagonista dell’Eccidio di Schio del 6-7 luglio 1945 ha ricevuto dallo Stato l’onorificenza “Medaglia della Liberazione” . Per il 70. della fine della seconda guerra mondiale il ministero della Difesa ha istituito una nuova onorificenza dedicata agli eroi della Resistenza: la “Medaglia della Liberazione”. A palazzo Leoni Montanari il prefetto Eugenio Soldà ha convocato per premiarli 84 vicentini. Tra loro a spiccare è stato Valentino Bortoloso , legato a uno dei fatti più drammatici della storia di Schio: l’eccidio partigiano della notte tra il 6 e 7 luglio 1945 (a guerra finita) nelle allora carceri mandamentali e ora biblioteca civica Renato Bortoli. Quella notte un commando partigiano penetrò arbitrariamente nelle carceri ammazzando con sventagliate di mitra 54 persone (14 donne e 7 minorenni) ree di essere fasciste o collegare al regime. Uno dei protagonisti del commando partigiano, ora unico vivente, è stato Valentino Bortoloso , 93 anni: Teppa il suo n

Schio (VI). Partigiano trucidò 54 innocenti e il governo gli dà una medaglia

La Difesa ha decretato "eroe" della Resistenza Valentino Bortoloso, che partecipò all'eccidio partigiano di Schio .  Se da partigiano hai ucciso 54 persone, se sei entrato nelle carceri e hai scaricato l'intero caricatore di mitra su quelle persone inermi, lo Stato italiano ti premia. Ti dà una medaglia. Ti inserisce nel novero degli eroi. Anche se alle spalle hai una condanna a morte a certificare che quella azione "eroica" fu in realtà un eccidio.   L'eccidio del partigiano   Non è uno scherzo. Uno dei protagonisti dell'eccidio di Schio del 6-7 luglio del 1945 (la guerra era già finita) è stato inisgnito della lodevole "medaglia della Liberazione". Il ministero della Difesa, infatti, in onore dei 70 anni della Repubblica italiana ha pensato fosse necessario istituire una nuova onoreficienza per chi prese parte alla Resistenza partigiana. E così nel vicentino, il prefetto Eugenio Soldà non ha potuto che eseguire gli ordini ricevuti

Valentino Bortoloso “Teppa”: condannato a morte dagli Alleati per l’eccidio di Schio, ora è decorato dal ministero della Difesa

A settant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, il ministero della Difesa ha deciso di istituire una nuova onorificenza dedicata agli eroi della Resistenza. Il riconoscimento è stato chiamato “Medaglia della Liberazione” e in tutto il Vicentino se lo sono meritati in 84, premiati ieri dal prefetto Eugenio Soldà a palazzo Leoni Montanari. Dall’elenco dei premiati è spuntato anche un nome che non poteva passare inosservato: quello di Valentino Bortoloso, 93 anni, nome di battaglia “Teppa”, della brigata garibaldina “Martiri Valleogra”, uno dei volti dell’Eccidio di Schio. Una figura controversa, unico ancora in vita del commando che fece fuoco su 54 persone imprigionate nel carcere di Schio dopo la Liberazione. Un fatto per il quale Bortoloso era stato condannato a morte dagli Alleati all’indomani della fine della guerra. Ricevendo il premio dal prefetto e dall’assessore allo sviluppo di Schio Anna Donà, Bortoloso avrebbe voluto leggere un piccolo messaggio. Non è stato

30 aprile 2016. A Pedescala 82 rintocchi per le vittime dell'eccidio

Pedescala ricorda oggi l'eccidio che nel 1945 ha visto spezzare la vita di 82 persone, tra cui otto donne, il parroco e La commemorazione alle 9, con una messa, la posa di una corona a Forni e a Settecà da parte del Sindaco di Valdastico. Si proseguirà poi per Pedescala per la messa delle 11. I nomi delle vittime saranno accompagnate dal suono della campana, benedetta nella commemorazione del il 70° anniversario dal vescovo di Padova, e donata da Bruno Scalzeri, storico Sindaco di Pedemonte, testimone della tragedia. A Pedescala verrà benedetto il monumento restaurato da Claudio Guglielmi, come segno di memoria e vicinanza ai familiari delle vittime, che verrà posto all'entrata del paese. «Ho voluto far restaurare una vecchia colonna in marmo recuperata dopo anni a Pedescala- spiega Guglielmi- mantenendo visibili i segni delle rotture subite qualche anno fa, perché chiunque possa comprendere che questa comunità è stata colpita con una sofferenza così profonda da non poter es

25 aprile 2016. La chiamano ancora "liberazione". L'inizio di terrore e vendetta. In migliaia massacrati dall’odio partigiano.

Civili, donne, sacerdoti massacrati dall’odio partigiano. Un elenco di vittime così lungo che è impossibile da analizzare, da raccontare. La data del 25 aprile, che il calendario delle feste civili indica come il giorno dedicato alle celebrazioni della Liberazione, è un giorno che ancora oggi, a distanza di decenni dalla fine della guerra, porta con sé divisioni e polemiche. Dettate principalmente dall’odio ideologico di chi si rifiuta di ammettere colpe e responsabilità della propria fazione in uno spargimento di sangue fratricida che ha davvero poco della guerra tradizionalmente intesa. Terrore e vendetta dunque. Ed un elenco di vittime quasi impossibile da analizzare in maniera approfondita e completa. Nomi di persone non solo considerate in qualche modo colluse con il fascismo, ma anche solo sospettate di simpatie o contatti che spesso in realtà non c’erano neanche stati. Persone la cui esistenza (e soprattutto la cui morte) in molti preferiscono relegare nell’angolo degli e

Il film “Il Segreto” di Antonello Belluco, che racconta i crimini di Codevigo a guerra finita, fa riflettere

La sanguinosa democrazia dei partigiani. Un uomo di 84 anni legge del lungometraggio su Libero e racconta al quotidiano alcune confidenze di un ex partigiano Ancora non è nelle sale eppure già fa parlare di sé. “Il Segreto” è una testimonianza di verità impressa su pellicola: il regista Antonello Belluco può esserne fiero. Perché è grazie alla notizia, apparsa sulla colonne di Libero, delle travagliate vicende del lungometraggio diretto dal regista padovano – delle quali anche Il Giornale d’Italia si è ampiamente occupato – che un uomo di 84 anni ha avuto il coraggio, o forse il bisogno, di raccontare ciò che sapeva. Segreti inconfessabili, terribili, di una pagina buia e dolorosa della storia d’Italia: quella delle stragi partigiane.  “Il Segreto”racconta le vicende di Codevigo all’indomani  della Seconda Guerra Mondiale, quando i partigiani della Brigata Garibaldi guidata da Arrigo Boldrini uccisero, a guerra ormai terminata, centinaia di civili.  Il film è una storia d’a

Isola Vicentina. Un monumento ricorda Attilio Franzan ucciso dai partigiani titini

L’omaggio a un eroe del passato è diventato l’occasione per dire grazie a quanti ogni giorno si spendono per garantire serenità e sicurezza. Si è svolta lunedì mattina a Isola Vicentina la cerimonia per l’inaugurazione del nuovo monumento dedicato al carabiniere Attilio Franzan. Dopo la medaglia d’oro al valore civile consegnata nel 2009 dall’Arma dei Carabinieri alla famiglia, ora il Comune ha eretto un vero e proprio epitaffio per onorare la memoria del suo eroe di guerra. Il Carabiniere, nato a Isola Vicentina, è morto il 25 marzo del 1944, ucciso dai partigiani titini tra le montagne della Slovenia, in quello che è passato alla storia come l’eccidio di Malga Bala che si trova nell’alta valle dell’Isonzo, in provincia di Gorizia. Una vera strage che è stata portata alla luce soltanto da qualche anno e nella quale hanno perso la vita, insieme a Franzan, altre undici persone. Attilio Franzan, insieme ai suoi compagni, era di guardia alla centrale idroelettrica di Bretto Inferio

25 marzo 1944. Malga Bala: l’atroce eccidio di 12 carabinieri sterminati barbaramente dai partigiani.

La strada Tarvisio, Cave del Predil, Passo Predil, Plezzo, Gorizia costituiva un’importantissima arteria utilizzata dalle forze di occupazione tedesche per lo smistamento nei due sensi di marcia di uomini, armi, viveri, munizioni destinati dalla Germania alla zona del Litorale Adriatico. La resistenza slava, dal canto suo, prendeva di mira le autocolonne tedesche, provocando sovente pesanti perdite ed intaccando il prestigio militare germanico. Essendosi generata una situazione di pericolo concreto, il commissario germanico sulla miniera di Raibl, tale Hempel, ottenne dal comando militare tedesco di Tarvisio la costituzione di un Distaccamento fisso di carabinieri a protezione della centrale idroelettrica a valle di Bretto di sotto. La sera del 23 marzo 1944, il V. Brig. PERPIGNANO, comandante del distaccamento ed il Car. FRANZAN si erano recati in paese e, sulla strada del ritorno, vennero aggrediti da due partigiani, SOCIAN e ZVONKO, mentre la caserma era già circondata da a