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Visualizzazione dei post da aprile, 2016

30 aprile 2016. A Pedescala 82 rintocchi per le vittime dell'eccidio

Pedescala ricorda oggi l'eccidio che nel 1945 ha visto spezzare la vita di 82 persone, tra cui otto donne, il parroco e La commemorazione alle 9, con una messa, la posa di una corona a Forni e a Settecà da parte del Sindaco di Valdastico. Si proseguirà poi per Pedescala per la messa delle 11. I nomi delle vittime saranno accompagnate dal suono della campana, benedetta nella commemorazione del il 70° anniversario dal vescovo di Padova, e donata da Bruno Scalzeri, storico Sindaco di Pedemonte, testimone della tragedia. A Pedescala verrà benedetto il monumento restaurato da Claudio Guglielmi, come segno di memoria e vicinanza ai familiari delle vittime, che verrà posto all'entrata del paese. «Ho voluto far restaurare una vecchia colonna in marmo recuperata dopo anni a Pedescala- spiega Guglielmi- mantenendo visibili i segni delle rotture subite qualche anno fa, perché chiunque possa comprendere che questa comunità è stata colpita con una sofferenza così profonda da non poter es

25 aprile 2016. La chiamano ancora "liberazione". L'inizio di terrore e vendetta. In migliaia massacrati dall’odio partigiano.

Civili, donne, sacerdoti massacrati dall’odio partigiano. Un elenco di vittime così lungo che è impossibile da analizzare, da raccontare. La data del 25 aprile, che il calendario delle feste civili indica come il giorno dedicato alle celebrazioni della Liberazione, è un giorno che ancora oggi, a distanza di decenni dalla fine della guerra, porta con sé divisioni e polemiche. Dettate principalmente dall’odio ideologico di chi si rifiuta di ammettere colpe e responsabilità della propria fazione in uno spargimento di sangue fratricida che ha davvero poco della guerra tradizionalmente intesa. Terrore e vendetta dunque. Ed un elenco di vittime quasi impossibile da analizzare in maniera approfondita e completa. Nomi di persone non solo considerate in qualche modo colluse con il fascismo, ma anche solo sospettate di simpatie o contatti che spesso in realtà non c’erano neanche stati. Persone la cui esistenza (e soprattutto la cui morte) in molti preferiscono relegare nell’angolo degli e

Il film “Il Segreto” di Antonello Belluco, che racconta i crimini di Codevigo a guerra finita, fa riflettere

La sanguinosa democrazia dei partigiani. Un uomo di 84 anni legge del lungometraggio su Libero e racconta al quotidiano alcune confidenze di un ex partigiano Ancora non è nelle sale eppure già fa parlare di sé. “Il Segreto” è una testimonianza di verità impressa su pellicola: il regista Antonello Belluco può esserne fiero. Perché è grazie alla notizia, apparsa sulla colonne di Libero, delle travagliate vicende del lungometraggio diretto dal regista padovano – delle quali anche Il Giornale d’Italia si è ampiamente occupato – che un uomo di 84 anni ha avuto il coraggio, o forse il bisogno, di raccontare ciò che sapeva. Segreti inconfessabili, terribili, di una pagina buia e dolorosa della storia d’Italia: quella delle stragi partigiane.  “Il Segreto”racconta le vicende di Codevigo all’indomani  della Seconda Guerra Mondiale, quando i partigiani della Brigata Garibaldi guidata da Arrigo Boldrini uccisero, a guerra ormai terminata, centinaia di civili.  Il film è una storia d’a

Isola Vicentina. Un monumento ricorda Attilio Franzan ucciso dai partigiani titini

L’omaggio a un eroe del passato è diventato l’occasione per dire grazie a quanti ogni giorno si spendono per garantire serenità e sicurezza. Si è svolta lunedì mattina a Isola Vicentina la cerimonia per l’inaugurazione del nuovo monumento dedicato al carabiniere Attilio Franzan. Dopo la medaglia d’oro al valore civile consegnata nel 2009 dall’Arma dei Carabinieri alla famiglia, ora il Comune ha eretto un vero e proprio epitaffio per onorare la memoria del suo eroe di guerra. Il Carabiniere, nato a Isola Vicentina, è morto il 25 marzo del 1944, ucciso dai partigiani titini tra le montagne della Slovenia, in quello che è passato alla storia come l’eccidio di Malga Bala che si trova nell’alta valle dell’Isonzo, in provincia di Gorizia. Una vera strage che è stata portata alla luce soltanto da qualche anno e nella quale hanno perso la vita, insieme a Franzan, altre undici persone. Attilio Franzan, insieme ai suoi compagni, era di guardia alla centrale idroelettrica di Bretto Inferio

25 marzo 1944. Malga Bala: l’atroce eccidio di 12 carabinieri sterminati barbaramente dai partigiani.

La strada Tarvisio, Cave del Predil, Passo Predil, Plezzo, Gorizia costituiva un’importantissima arteria utilizzata dalle forze di occupazione tedesche per lo smistamento nei due sensi di marcia di uomini, armi, viveri, munizioni destinati dalla Germania alla zona del Litorale Adriatico. La resistenza slava, dal canto suo, prendeva di mira le autocolonne tedesche, provocando sovente pesanti perdite ed intaccando il prestigio militare germanico. Essendosi generata una situazione di pericolo concreto, il commissario germanico sulla miniera di Raibl, tale Hempel, ottenne dal comando militare tedesco di Tarvisio la costituzione di un Distaccamento fisso di carabinieri a protezione della centrale idroelettrica a valle di Bretto di sotto. La sera del 23 marzo 1944, il V. Brig. PERPIGNANO, comandante del distaccamento ed il Car. FRANZAN si erano recati in paese e, sulla strada del ritorno, vennero aggrediti da due partigiani, SOCIAN e ZVONKO, mentre la caserma era già circondata da a