25 aprile. Non chiamateli eroi: ricordiamo le ausiliarie uccise dai partigiani dopo che si erano arrese.
Amodio
Rosa: 23 anni, assassinata nel luglio del
1947, mentre in bicicletta andava da Savona a Vado.
Antonucci Velia: due
volte prelevata, due volte rilasciata a Vercelli, poi fucilata.
Audisio Margherita: Fucilata
a Nichelino il 26 aprile 1945.
Baldi Irma: Assassinata
a Schio il 7 luglio 1945.
Batacchi Marcella e Spitz Jolanda: 17
anni, di Firenze. Assegnate al Distretto militare di Cuneo altre 7 ausiliarie,
il 30 aprile 1945, con tutto il Distretto di Cuneo, pochi ufficiali, 20 soldati
e 9 ausiliarie, si mettono in movimento per raggiungere il Nord, secondo gli
ordini ricevuti. La colonna è però costretta ad arrendersi nel Biellese ai
partigiani del comunista Moranino. Interrogate, sette ausiliarie, ascoltando il
suggerimento dei propri ufficiali, dichiarano di essere prostitute che hanno
lasciato la casa di tolleranza di Cuneo per seguire i soldati. Ma Marcella e
Jolanda non accettano e si dichiarano con fierezza ausiliarie della RSI. I
partigiani tentano allora di violentarle, ma le due ragazze resistono con le
unghie e con i denti. Costrette con la forza più brutale, vengono violentate
numerose volte. In fin di vita chiedono un prete. Il prete viene chiamato ma
gli è impedito di avvicinare le ragazze. Prima di cadere sotto il plotone di
esecuzione, sfigurate dalle botte di quelle belve indegne di chiamarsi
partigiani, mormorano: “Mamma” e “Gesù”. Quando furono esumate, presentavano il
volto tumefatto e sfigurato, ma il corpo bianco e intatto. Erano state sepolte
nella stessa fossa, l’una sopra l’altra. Era il 3 maggio 1945.
Bergonzi Irene: Assassinata
a Milano il 29 aprile 1945.
Biamonti Angela:
Assassinata il 15 maggio 1945 a Zinola (SV) assieme ai genitori e alla
domestica.
Bianchi Annamaria: Assassinata
a Pizzo di Cernobbio (CO) il 4 luglio 1945.
Bonatti Silvana:
Assassinata a Genova il 29 aprile 1945.
Brazzoli Vincenza:
Assassinata a Milano il 28 aprile 1945.
Bressanini Orsola:
Madre di una giovane fascista caduta durante la guerra civile, assassinata a
Milano il 10 maggio 1945.
Buzzoni Adele, Buzzoni
Maria, Mutti Luigia, Nassari Dosolina, Ottarana Rosetta:
Facevano parte di un gruppo di otto ausiliarie, (di cui una sconosciuta),
catturate all’interno dell’ospedale di Piacenza assieme a sei soldati di
sanità. I prigionieri, trasportati a Casalpusterlengo, furono messi contro il
muro dell’ospedale per essere fucilati. Adele Buzzoni supplicò che salvassero
la sorella Maria, unico sostegno per la madre cieca. Un partigiano afferrò per
un braccio la ragazza e la spostò dal gruppo. Ma, partita la scarica, Maria
Buzzoni, vedendo cadere la sorella, lanciò un urlo terribile, in seguito al
quale venne falciata dal mitra di un partigiano. Si salvarono, grazie
all’intervento di un sacerdote, le ausiliarie Anita Romano (che sanguinante si
levò come un fantasma dal mucchio di cadaveri) nonché le sorelle Ida e Bianca
Poggioli, che le raffiche non erano riuscite ad uccidere.
Carlino Antonietta:
Assassinata il 7 maggio 1945 all’ospedale di Cuneo, dove assisteva la sua
caposquadra Raffaella Chiodi.
Castaldi Natalina:Assassinata
a Cuneo il 9 maggio 1945.
Chandrè Rina, Giraldi
Itala, Rocchetti Lucia: Aggregate al secondo RAU
(Raggruppamento Allievi Ufficiali) furono catturate il 27 aprile 1945 a
Cigliano, sull’autostrada Torino – Milano, dopo un combattimento durato 14 ore.
Il reparto si era arreso dopo aver avuto la garanzia del rispetto delle regole
sulla prigionia di guerra e dell’onore delle armi. Trasportate con i loro
camerati al Santuario di Graglia, furono trucidate il 2 maggio 1945 assieme ad
oltre 30 allievi ufficiali con il loro comandante, maggiore Galamini, e le
mogli di due di essi. La madre di Itala ne disseppellì i corpi.
Chiettini (si
ignora il nome): Una delle tre ausiliarie trucidate nel massacro delle carceri
di Schio il 6/7 luglio 1945.
Collaini Bruna,
Forlani Barbara: Assassinate a Rosacco (Pavia) il 5 maggio
1945.
Conti – Magnaldi
Adelina: Madre di tre bambini, assassinata a Cuneo il 4 maggio
1945.
Crivelli Jolanda:
Vedova ventenne di un ufficiale del Battaglione “M” costretta a denudarsi e
fucilata a Cesena, sulla piazza principale, dopo essere stata legata ad un
albero, ove il cadavere rimase esposto per due giorni e due notti.
De Simone Antonietta:
Romana, studentessa del quarto anni di Medicina, fucilata a Vittorio Veneto in
data imprecisata dopo il 25 aprile 1945.
Degani Gina:
Assassinata a Milano in data imprecisata dopo il 25 aprile 1945.
Ferrari Flavia: 19
anni, assassinata l’ 1 maggio 1945 a Milano.
Fragiacomo Lidia,
Giolo Laura: Fucilate a Nichelino (TO) il 30 aprile 1945
assieme ad altre cinque ausiliarie non identificate, dopo una gara di
emulazione nel tentativo di salvare la loro comandante.
Gastaldi Natalia:
Assassinata a Cuneo il 3 maggio 1945.
Genesi Jole, Rovilda
Lidia: Torturate all’hotel San Carlo di Arona (Novara) e
assassinate il 4 maggio 1945. In servizio presso la GNR di Novara. Catturate
alla Stazione Centrale di Milano, ai primi di maggio, le due ausiliarie si
erano rifiutate di rivelare dove si fosse nascosta la loro comandante
provinciale.
Greco Eva:
Assassinata a Modena assieme a suo padre nel maggio del 1945.
Grill Marilena:
16 anni, assassinata a Torino la notte del 2 maggio 1945.
Landini Lina:
Assassinata a Genova l’1 maggio 1945.
Lavise Blandina: Una
delle tre ausiliarie trucidate nel massacro delle carceri di Schio il 6/7
luglio 1945.
Locarno Giulia: Assassinata
a Porina (Vicenza) il 27 aprile 1945.
Luppi – Romano Lea: Catturata
a Trieste dai partigiani comunisti, consegnata ai titini, portata a a Lubiana,
morta in carcere dopo lunghe sofferenze il 30 ottobre 1947.
Minardi Luciana: 16
anni di Imola. Assegnata al battaglione “Colleoni” della Divisione “San Marco”
attestati sul Senio, come addetta al telefono da campo e al cifrario, riceve
l’ordine di indossare vestiti borghesi e di mettersi in salvo, tornando dai
genitori. Fermata dagli inglesi, si disfa, non vista, del gagliardetto
gettandolo nel Po. La rilasciano dopo un breve interrogatorio. Raggiunge così i
genitori, sfollati a Cologna Veneta (VR). A metà maggio, arriva un gruppo di
partigiani comunisti. Informati, non si sa da chi, che quella ragazzina era
stata una ausiliaria della RSI, la prelevano, la portano sull’argine del
torrente Guà e, dopo una serie di violenze sessuali, la massacrano. “Adesso
chiama la mamma, porca fascista!” le grida un partigiano mentre la uccide con
una raffica.
Monteverde Licia:
Assassinata a Torino il 6 maggio 1945.
Morara Marta:
Assassinata a Bologna il 25 maggio 1945.
Morichetti Anna Paola:
Assassinata a Milano il 27 aprile 1945.
Olivieri Luciana:
Assassinata a Cuneo il 9 maggio 1945.
Ramella Maria:
Assassinata a Cuneo il 5 maggio 1945.
Ravioli Ernesta:
19 anni, assassinata a Torino in data imprecisata dopo il 25 aprile 1945.
Recalcati Giuseppina,
Recalcati Mariuccia, Recalcati Rina: Madre e figlie
assassinate a Milano il 27 aprile 1945.
Rigo Felicita:
Assassinata a Riva di Vercelli il 4 maggio 1945.
Sesso Triestina:
Gettata viva nella foiba di Tonezza, presso Vicenza.
Silvestri Ida:
Assassinata a Torino l’1 maggio 1945, poi gettata nel Po.
Speranzon Armida:
Massacrata, assieme a centinaia di fascisti nella Cartiera Burgo di Mignagola
dai partigiani di “Falco”. I resti delle vittime furono gettati nel fiume Sile.
Tam Angela Maria:
Terziaria francescana, assassinata il 6 maggio 1945 a Buglio in Monte (Sondrio)
dopo aver subito violenza carnale.
Tescari -Ladini
Letizia: Gettata viva nella foiba di Tonezza, presso Vicenza.
Ugazio Cornelia,
Ugazio Mirella: Assassinate a Galliate (Novara) il 28 aprile
1945 assieme al padre.
In via Giason del Maino, a Milano, tre franche tiratrici furono catturate e
uccise il 26 aprile 1945. Sui tre cadaveri fu messo un cartello con la scritta
“AUSIGLIARIE”. I corpi furono poi sepolti in una fossa comune a Musocco.
Impossibile sapere se si trattasse veramente di tre ausiliarie.
Nell’archivio dell’obitorio di Torino, il giornalista e storico Giorgio Pisanò
ha ritrovato i verbali d’autopsia di sei ausiliarie sepolte come “sconosciute”,
ma indossanti la divisa del SAF.
Cinque ausiliarie non identificate furono assassinate a Nichelino (TO) il 30
aprile 1945 assieme a Lidia Fragiacomo e Laura Giolo.
Al cimitero di Musocco (Milano) sono sepolte 13 ausiliarie sconosciute nella
fossa comune al Campo X.
Un numero imprecisato di ausiliarie della “Decima Mas” in servizio presso i
Comandi di Pola, Fiume e Zara, riuscite a fuggire verso Trieste prima della
caduta dei rispettivi presidi, furono catturate durante la fuga dai comunisti
titini e massacrate.
Tra le vittime
del massacro compiuto dai partigiani comunisti nelle carceri di Schio (54
assassinati nella notte tra il 6 ed il 7 luglio 1945) c’erano anche 19 donne,
tra cui le 3 ausiliarie (Irma Baldi, Chiettini e Blandina Lavise) richiamate
nell’elenco precedente.
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