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Valdastico. A Pedescala 82 rintocchi ricordano le vittime dell’eccidio, causato dalla follia partigiana.

Una toccante cerimonia è quella che si è svolta ieri in ricordo delle vittime di Pedescala, Forni e Settecà durante la commemorazione dell’eccidio del 30 aprile 1945. La sofferenza per una tragedia impunita che ha ancora dei particolari controversi, sebbene ormai definita nelle linee generali, è la pesante eredità che gli abitanti delle tre frazioni di Valdastico si portano dietro da 70 anni e che ha reso la celebrazione particolarmente sentita e solenne.
Il 30 aprile del 1945, mentre le truppe tedesche sono in ritirata lungo la vallata, vengono attaccate da un gruppo di partigiani. Sei soldati tedeschi rimangono uccisi, mentre i partigiani fuggono tra i boschi. Ha il via così la rappresaglia: non riuscendo a trovare i responsabili i tedeschi decidono di massacrare la popolazione civile di Pedescala, e poi quella di Forni e Settecà. Nella strage vengono barbaramente uccise 82 persone, tra cui 8 donne, il parroco e un bambino di 5 anni. Dopo la ritirata della colonna tedesca, il 2 maggio, i gruppi di salvataggio si trovano davanti lo scenario agghiacciante di un paese incendiato e ancora in fumo e i corpi di uomini e animali carbonizzati nelle stalle.
Numerose le autorità civili e militari, sindaci e amministratori dei paesi vicini hanno presenziato al corteo assieme ai bambini delle medie di Valdastico e agli abitanti, che con agli Alpini si sono anche dati da fare per sistemare i monumenti. Le solennità sono iniziate con la messa a Forni celebrata da Don Giorgio, durante la quale è stata benedetta la campana che ha accompagnato la processione. Il nome di ogni vittima, pronunciato a voce alta, è stato seguito dal rintocco della campana stessa.
Bruno Scalzeri, storico sindaco di Pedemonte (il primo anno di mandato risale al 1960) e uno dei testimoni oculari della tragedia, nel suo ruolo di cerimoniere ha sottolineato l’importanza che ha il ricordo dell’eccidio per la Valle. ‘Soprattutto per noi che viviamo tra queste montagne, a volte in solitudine – ha fatto sapere Scalzeri -, è importante continuare a ricordare questa gente e il dolore delle vittime, e nel suono della campana ho letto quasi un senso mistico, di questa voce che va verso l’alto, verso l’infinito, come è stato per le vite delle vittime’.
La messa solenne celebrata dal vescovo di Padova ha preceduto il corteo finale lungo Viale dei Martiri fino al cimitero di Pedescala.
‘E’ stata una cerimonia meravigliosa – ha commentato il sindaco di Valdastico Claudio Guglielmi – e non mi vergogno di dire che mi sono commosso. Ho vissuto con ansia i momenti che l’hanno preceduta perché volevo che tutto riuscisse bene, e così è stato. Sono felice per aver avuto modo di conoscere meglio i parenti delle vittime e di essere riuscito a mantenere nella celebrazione un profilo basso, senza connotazioni politiche ormai fuori luogo.’
Marta Boriero (Altovicentinonline)

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