La Difesa ha decretato "eroe" della
Resistenza Valentino Bortoloso, che partecipò all'eccidio partigiano di Schio.
Se da partigiano hai ucciso 54 persone, se sei entrato nelle carceri e hai scaricato l'intero caricatore di mitra su quelle persone inermi, lo Stato italiano ti premia.
Ti dà una medaglia. Ti inserisce nel novero degli eroi. Anche se alle spalle hai una condanna a morte a certificare che quella azione "eroica" fu in realtà un eccidio.
L'eccidio del partigiano
Non è uno scherzo. Uno dei protagonisti dell'eccidio di Schio del 6-7 luglio del 1945 (la guerra era già finita) è stato inisgnito della lodevole "medaglia della Liberazione". Il ministero della Difesa, infatti, in onore dei 70 anni della Repubblica italiana ha pensato fosse necessario istituire una nuova onoreficienza per chi prese parte alla Resistenza partigiana. E così nel vicentino, il prefetto Eugenio Soldà non ha potuto che eseguire gli ordini ricevuti dal ministro Pinotti e consegnare la medaglia a 84 partigiani vicentini.
Peccato che, non si sa se per errore oppure per dolo, tra i premiati ci sia finito anche Valentino Bortoloso. Teppa, questo il suo nome di battaglia, nel curriculum vanta la partecipazione all'eccidio di Schio. Era uno dei componenti del commando della brigata garibaldina "Martiri Valleogra" che penetrò nelle carceri della guerra civile e colpì a suon di mitra 54 persone. Delle quali, ricorda il Gazzettino, 15 erano donne e 7 dei bambini.
Bortoloso venne riconosciuto responsabile e condannato a morte dagli alleati. Anche se poi la pena decadde successivamente in altri processi.
Le reazioni sdegnate
La consegna della medaglia ha scatenato una nuvola di proteste a Schio, e anche il sindaco della città ha cercato di prendere le distanze da quanto deciso dalla Difesa. "Se l'ex partigiano fosse realmente pentito per quanto fatto nel luglio del '45, avrebbe dovuto, quanto meno, rifiutare il riconoscimento come vero e concreto gesto di rappacificazion - dice Alex Cioni, responsabile del comitato Prima Noi - Invece, accogliendo questa onorificenza, il partigiano Teppa ha premuto nuovamente il grilletto scaricando idealmente una nuova mitragliata di pallottole su uomini e donne inermi".
Giuseppe De Lorenzo - Il Giornale Ven, 17/06/2016 - 19:10
Se da partigiano hai ucciso 54 persone, se sei entrato nelle carceri e hai scaricato l'intero caricatore di mitra su quelle persone inermi, lo Stato italiano ti premia.
Ti dà una medaglia. Ti inserisce nel novero degli eroi. Anche se alle spalle hai una condanna a morte a certificare che quella azione "eroica" fu in realtà un eccidio.
L'eccidio del partigiano
Non è uno scherzo. Uno dei protagonisti dell'eccidio di Schio del 6-7 luglio del 1945 (la guerra era già finita) è stato inisgnito della lodevole "medaglia della Liberazione". Il ministero della Difesa, infatti, in onore dei 70 anni della Repubblica italiana ha pensato fosse necessario istituire una nuova onoreficienza per chi prese parte alla Resistenza partigiana. E così nel vicentino, il prefetto Eugenio Soldà non ha potuto che eseguire gli ordini ricevuti dal ministro Pinotti e consegnare la medaglia a 84 partigiani vicentini.
Peccato che, non si sa se per errore oppure per dolo, tra i premiati ci sia finito anche Valentino Bortoloso. Teppa, questo il suo nome di battaglia, nel curriculum vanta la partecipazione all'eccidio di Schio. Era uno dei componenti del commando della brigata garibaldina "Martiri Valleogra" che penetrò nelle carceri della guerra civile e colpì a suon di mitra 54 persone. Delle quali, ricorda il Gazzettino, 15 erano donne e 7 dei bambini.
Bortoloso venne riconosciuto responsabile e condannato a morte dagli alleati. Anche se poi la pena decadde successivamente in altri processi.
Le reazioni sdegnate
La consegna della medaglia ha scatenato una nuvola di proteste a Schio, e anche il sindaco della città ha cercato di prendere le distanze da quanto deciso dalla Difesa. "Se l'ex partigiano fosse realmente pentito per quanto fatto nel luglio del '45, avrebbe dovuto, quanto meno, rifiutare il riconoscimento come vero e concreto gesto di rappacificazion - dice Alex Cioni, responsabile del comitato Prima Noi - Invece, accogliendo questa onorificenza, il partigiano Teppa ha premuto nuovamente il grilletto scaricando idealmente una nuova mitragliata di pallottole su uomini e donne inermi".
Giuseppe De Lorenzo - Il Giornale Ven, 17/06/2016 - 19:10
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