"FEMMINICIDI" PARTIGIANI: Il caso ternano-reatino.
Tra il Marzo e il Giugno 1944, lungo il confine tra le provincie di Terni e di Rieti si verificarono episodi di violenza inenarrabile, dettati da odio politico, che colpiranno persone innocenti cui nulla poteva essere addebitato. Tra le numerose vittime di questo “odio inestinguibile” come lo ha definito Marcello Marcellini in suo pregevole studio, particolare impressione hanno destato in noi gli assassini di cinque donne. Azione partigiane da sempre occultate o presentate sotto un “filtro” che conduceva molto lontano dalla realtà dei fatti. Un “filtro” politico, giustificazionista ovviamente, che esulando dal fatto principale che le donne uccise nulla avevano fatto per meritare tale violenza, finiva per infangare la stessa memoria delle vittime, ridotte a “spie” senza dignità umana o semplici prostitute al soldo dell’invasore. Con questo breve focus analizzeremo questi cinque episodi raccapriccianti, che rappresentano un unicum della guerriglia in tutto il Centro Italia.
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