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CODEVIGO. LA STRAGE DI "BULOW"

 


CODEVIGO. LA STRAGE DI "BULOW"
L’immobilità, afosa d’estate e nebbiosa d’inverno, di questo piccolo paese lungo la provinciale tra padova e chioggia non fa certo pensare a grandi eventi storici, eppure da queste parti la guerra è passata pesantemente lasciando la sua scia di morte, di odii, di sospetti come peraltro in tante altre misconosciute contrade d’europa oltre ai “si dice” e ai ricordi talvolta reticenti degli anziani, a testimoniare gli eventi di quel lontano maggio del ‘45 rimangono un ossario nel cimitero del paese, un fascicolo penale riaperto nel 1990, e quindi archiviato, presso la procura della repubblica di padova e molte mezze verità. Fino ad oggi gli unici tentativi di ricostruzione storica e di rivendicazione politica appartengono a quella destra che ha le sue radici nella rsi, la cosiddetta repubblica di salò. Sull’argomento sono apparsi negli ultimi anni diversi articoli sia sulla stampa quotidiana locale che in varie pubblicazioni legate al neo-fascismo e ai reduci di guerra repubblichini, ma i due testi più importanti – anche se spesso in contraddizione tra loro – sono senz’altro il libro di gianfranco stella, “1945. Ravennati contro”, e un capitolo specifico in un altro volume lugubremente di parte, “i giorni di caino” di antonio serena, oggi senatore leghista.
La prima cosa che fin dai titoli colpisce di queste denunce, è la tendenza ad riunire in un unico evento (la strage di codevigo; l’eccidio di codevigo; codevigo: un mattatoio per “bulow”; codevigo, una strage ignorata; etc.) una serie di fatti distinti avvenuti in un presunto arco di tempo di circa due settimane e in località diverse. Vediamo comunque, partendo proprio dalle ricostruzioni menzionate, di fornire un quadro seppur approssimativo di quegli eventi, peraltro non dissimili da altri registrati nei mesi di aprile e maggio ‘45 in diverse zone del nord italia. Dal più volte citato diario parrocchiale redatto in quei giorni da don umberto zavattiero, si apprende che dal 30 aprile e nella prima quindicina di maggio avvengono nella zona, “previo giudizio sommario”, una serie di uccisioni di fascisti da parte di “partigiani inquadrati nella divisione cremona”.
Le principali esecuzioni – forse tre – sarebbero avvenute di notte a colpi di mitra, lungo gli argini del bacchiglione e del brenta, e molti corpi sarebbero finiti per sempre nelle acque dei due corsi d’acqua, mentre altre fucilazioni sarebbero state compiute in luoghi diversi di quel territorio.
L’aspetto più inquietante e atipico è che la maggioranza delle vittime sarebbe stata prelevate da tre presidii della guardia nazionale repubblicana, e quindi condotta con camion a codevigo da partigiani armati; dei tre presidii uno, quello di candiana (padova), era distante una ventina di km. Da codevigo mentre due erano dislocati in provincia di verona, a pescantina e a bussolengo. Altra circostanza particolare è che questi presidii risultavano essere quasi completamente costituiti dagli effettivi – complessivamente circa 700 – del battaglione autonomo “romagna” della gnr, ripiegato al nord fin dalla seconda metà del ‘44 in seguito all’avanzata militare alleata.
Chi erano le vittime
Prima di cercare di capire chi fossero le vittime delle esecuzioni sommarie avvenute nei dintorni di codevigo, bisogna dire che ci sono pochissime certezze sul loro numero. Secondo quanto afferma antonio serena, “nel dopoguerra si parlerà di 365 persone uccise in una decina di giorni”, ma lui stesso fornisce un elenco di solo 98 nomi, spesso con dati anagrafici incerti o del tutto incompleti. A queste persone andrebbero aggiunte 16 salme di ignoti, riprendendo quanto riportato sulla lapide dell’ossario eretto all’interno del cimitero di codevigo, ove sono raccolti i resti delle salme riesumate tra il 1961 e il 1962 da diverse fosse comuni a codevigo, santa margherita e brenta d’abba.
Sull’identità delle vittime, serena non sembra invece avere dubbi; ma davvero come egli sostiene “la stragrande maggioranza degli uccisi sono operai e braccianti agricoli ravennati colpevoli unicamente di aver aderito alla r.S.I.”? Non sembra essere così, o comunque serena racconta solo una parte di verità, ossia quella che più torna utile per avvalorare la tesi dei morti “innocenti”, negando tra l’altro anche le scelte individuali di fascisti che per oltre vent’anni avevano coerentemente vissuto da fascisti.
Grazie infatti ad un raffronto nominativo tra la lista delle vittime presunte o accertate a codevigo e dintorni e quanto si desume dall’elenco definitivo degli squadristi della provincia di ravenna, datato ravenna 19 agosto 1939 e firmato da luciano rambelli, segretario federale della federazione dei fasci di combattimento ravennati, si può affermare che una buona percentuale dei fucilati aveva un passato fascista di tutto rispetto. Questo è sicuramente il caso di 16 repubblichini ravennati uccisi che, in quanto ufficialmente riconosciuti come squadristi, avevano senza dubbio partecipato al movimento fascista fin dal suo sorgere, mantenendosi fedeli a tale causa durante gli anni del regime.
Per almeno altri tre ravennati sepolti a codevigo c’è la possibilità che avessero analoghi precedenti, ma gli scarsi dati anagrafici in possesso potrebbero indurre in errori di omonimia. Anche guido corbelli, brigadiere della gnr di candiana, sopravvissuto alle esecuzioni di codevigo e fratello di mario che invece vi lasciò la vita, aveva un passato di squadrista come peraltro il congiunto; la circostanza va sottolineata perché gianfranco stella nella sua ricostruzione accredita e utilizza ampiamente la testimonianza olografa di guido corbelli guardandosi bene di menzionare il lineare percorso politico dell’autore, dagli anni del manganello a quelli di salò, e la sua fede nel duce testimoniata anche dal nome imposto al figlio benito. Altro dato di una certa rilevanza è che almeno 11 degli uccisi non errano semplici militi della gnr, ma rivestivano un grado di ufficiale o maresciallo e svolgevano ruoli di comando, per cui potevano considerarsi passibili di pena di morte.
Di non secondaria importanza è anche soffermarsi sulla provenienza geografica degli uccisi, più articolata della versione avvalorata dall’autore di “ravennati contro”; infatti, sicuramente residenti in provincia di ravenna se ne contano poco più che la metà, 17 sono della provincia di padova (codevigo, pratolongo, piove di sacco, correzzola, etc.), mentre degli altri 10 non è dato sapere niente oppure risultano residenti in altre zone dell’italia centro-settentrionale. Questa tragica ”contabilità” non è puramente statistica, ma serve a comprendere che le esecuzioni sommarie di codevigo non furono esclusivamente un fatto riguardante ravennati schierati su opposti fronti, ma il risultato anche di fattori, storie e soggetti estranei al contesto ravennate. Tre sembrano essere i principali, distinti, gruppi di eliminati. Uno “locale”, composto da militi appartenenti alla brigata nera e alla guardia nazionale repubblicana del presidio del paese o dei paesi vicini, assieme a sospette spie e collaborazionisti fatti prigionieri dagli antifascisti di codevigo un secondo comprendente militi e graduati ravennati della gnr del vicino presidio di candiana (padova); un terzo, quello più numeroso, consistente in alcune decine di uomini e donne, quasi tutti romagnoli, sia militari facenti parte dei presidii della gnr di pescantina e bussolengo che fascisti aderenti alla rsi fuggiti in tali località per evitare ritorsioni e vendette.
Va comunque detto che nei confronti dei repubblichini facenti capo ai citati presidii, secondo le testimonianze rese note dal libro di g. Stella, appare alquanto chiara l’applicazione di un criterio selettivo secondo responsabilità individuali, vere o presunte, confermato anche dal fatto che la quasi totalità degli uccisi identificati risulterà avere un’età matura. Infatti, se da tali racconti emerge il carattere sommario degli interrogatori a cui i fascisti catturati furono sottoposti a codevigo, ricorre però sempre il riferimento a non meglio precisati “elenchi” sulla cui base i partigiani ricercavano nelle rispettive località un certo numero dei circa 700 repubblichini romagnoli – ufficiali in primis – incorporati nella gnr.
ELENCO VITTIME (PRESUNTE O ACCERTATE) A CODEVIGO E DINTORNI
Compilato sulla base dei vari elenchi già pubblicati da G. Stella, A. Serena e G. Pisanò, cfr. le opere citate in nota al saggio, con riscontro comparativo dalla Lapide dell’Ossario e dalla lista compilata dall’Arma dei Carabinieri ai fini dell’inchiesta giudiziaria. Quando i dati desunti da tali documenti non sono risultatati univoci e coincidenti, essi sono riportati in forma dubitativa.
PROVINCIA DI PADOVA
• BROCCADELLO Edoardo detto Fiore, anni 32 (res. Codevigo, guardiano idraulico).
Presidio di Codevigo (Brigata Nera);
• BUBOLA Lodovico (detto Mario), 31 (res. Codevigo, agricoltore). Presidio in Codevigo
(Brigata Nera);
• CAPPELLATO Antonietta sorella di Giovanni, 41 (res. Codevigo; impiegata, sospetta
spia ai danni di evasi inglesi fucilati);
• CAPPELLATO Giovanni, 35 (res. Codevigo, esercente). Presidio di Codevigo
(Brigata Nera);
• CONTRI Silvio, 32 (res. Codevigo). Presidio di Codevigo (Brigata Nera);
• CRIVELLARI (o CRIVELLARO?) Ernesto, 32 (res. Correzzola);
• DOARDO Corinna, 39 (Originaria di Tognana di Piove di Sacco, res. Codevigo).
Maestra del paese (figlia del Podestà e sospetta spia ai danni di evasi inglesi fucilati);
• FONTANA Farinacci, 18 (res. Codevigo, studente; figlio di Silvio FONTANA,
vicecomandante della BN). Presidio di Codevigo (Brigata Nera);
• LORENZONI Giulio, (di Pratolongo);
• LUNARDI Giacomo, 32 (res. Piove di Sacco, contadino). Brigata Nera, rastrellato
nella zona di Codevigo;
• MANEO Angelo, 27 (res. Piove di Sacco). Brigata Nera;
• MANFRIN Primo, 30 (res. Codevigo, sarto). Presidio in Codevigo (Brigata Nera);
• MANOLI Gerardo, 55 (res. Codevigo, agricoltore). Presidio in Codevigo (GNR);
• MINORELLO Gino di Antonio, 23 (res. a Codevigo, organista). Presidio in Codevigo
(Brigata Nera);
• PICELLO Giuseppe, (di Pratolongo);
• POLATO Tarcisio (o Torcisio?), 31 (res. Piove di Sacco; agricoltore);
• RANZATO Giuseppe (res. Pontelongo);
PRESIDIO GNR DI CANDIANA
• ALESSANDRONI Goffredo di Alessandro, anni 30 (residente in Ravenna, impiegato);
• BAGNOLI Armando di Domenico, 41 (nato a Forlì, res. Ravenna);
• BARUZZI Carlo di Luigi, 40 o 42 (res. Cotignola, muratore). Già aderente Fascio
di Combattimento di Cotignola;
• BARUZZI Giuseppe, 30 (nato a Cotignola, res. Faenza). GNR Candiana?
• BELLONZI Ippolito di Ugo, 35 (nato a Ravenna; inabile al lavoro);
• BEZZI Giuseppe di Romeo, 41 (nato a Castiglione di Ravenna; res. Ravenna). Già
aderente Fascio di Combattimento di Cervia [secondo G. Pisanò, caduto il 1° maggio
‘45 a Susegana-Treviso];
• BISULLI ?
• BORESI Raffaele di Giuseppe, 50 (nato e res. Ravenna; agricoltore);
• CACCHI Icilio di Francesco, 46. Già aderente Fascio di Combattimento di Ravenna;
• CACCHI Sergio di Icilio, 25 (nato e res. Ravenna, impiegato);
• CASADIO Walter di Nino, 32 (nato e res. Ravenna). Parente del comandante del
distaccamento, cap. CASADIO Achille?
• CONTI Sante, 20 o 21 (res. Terni). Sottotenente;
• COTTIGNOLI Luigi Carlo di Enrico, 36 (nato a Parma e res. Ravenna);
• D’ANZI Giorgio di Michele, 19 (nato e res. Ravenna);
• D’ANZI Oddone di Michele, 22 (nato e res. Ravenna);
• FABBRI Terzo di Agostino, 40 (res. Ravenna, bracciante);
• FENATI Domenico di Policarpo, 44 (nato a S. Alberto e res. Ravenna);
• FOCACCIA Vincenzo (o Virgilio?) di Paolo, 42 (res. Ravenna) [secondo G. Pisanò,
caduto il 30 aprile ‘45 a Susegana-Treviso];
• GIUNCHI Elviro di Francesco, 53 o 43 (res. Ravenna) [secondo G. Pisanò, caduto
il 30 aprile ‘45 a Susegana-Treviso];
• LANZONI Federico di Sebastiano, 53 (res. Ravenna);
• MASETTI Loris Pasqualino, 29 (res. Mesola – Ferrara). Tenente;
• MAZZETTI Agostino di Alfredo, 42 (res. Ravenna). Ufficiale. Già aderente Fascio
di Combattimento di Coccolia;
• POZZI Amleto fu Giulio, 35 (res. Ravenna, impiegato);
• ROSSI Augusto di Giuseppe, 45 (res. Ravenna, facchino). Già aderente Fascio di
Combattimento di Ravenna;
• VIRGILI Carlo Emilio di Cosimo, 36 (nato a Modena e res. Ravenna, insegnante e
funzionario della Prov. di Ravenna). Capitano GNR Pescantina, catturato a Candiana.
Fratello di Giulio, ufficiale medico GNR Bussolengo, sopravvissuto. Già
aderente Fascio di Combattimento di Modena poi Ravenna [secondo G. Pisanò,
caduto il 1° maggio ‘45 a Susegana-Treviso];
• ZAMPIGHI Luigi di Attilio, 46 (nato a Filetto, res. Ravenna);
• ZARA Claudio, 27 (res. Ravenna);
PRESIDIO GNR DI BUSSOLENGO
• ALLEGRI Teodoro (detto Dorino?) di Giuseppe, anni 51 (res. Bagnocavallo, impiegato);
• ALLEGRI Teodosio (o Teodoro?) di Innocente, 48 (camionista);
• BADESSI Jader, 38 (res. Ravenna, tipografo);
• BARALDI Osvaldo, 40 (res. Concordia sul Secchia – Modena). Capitano, ufficiale
d’amministrazione;
• BELLENGHI ? Giuseppe? Già aderente Fascio di Lavezzola?
• BIANCOLI Gioacchino di Cristoforo, 47 (res. Ravenna). Già aderente Fascio di
Combattimento di Mezzano;
• CAVASSI (o CAVASSA) Pietro, 35 (res. Bagnocavallo, bracciante);
• FARNE’ Enrico, 32 (res. Bologna, operaio);
• FORTI Massimo, 47 (res. Carpi – Modena). Capitano;
• FRANCIA Gino. Capitano;
• MONTANARI Piera, nata a S. Alberto di Ravenna. Ausiliaria;
• TONI Attilio, 42 (res. a Ravenna, fratello di Emilio, bracciante);
• PARLANTI ? Già aderente Fascio di Ravenna?
• PASI Francesco di Paolo, 45 (res. Ravenna). Maresciallo. Già aderente Fascio di
Combattimento di Mezzano;
• RICCIPUTI (o RICEPUTI?) Angelo?;
• TAMPELLINI Alfredo di Giovanni, 52 (res. Ravenna, bracciante). Già aderente
Fascio di Combattimento di Ravenna;
• TONI Emilio, 53 (res. Ravenna, bracciante);
• VALZANIA ?
PRESIDIO GNR DI PESCANTINA
• ALLEGRI Alessandro, 29 o 20 (res. Bagnocavallo, agricoltore, fratello di Alvaro,
anch’esso milite GNR di Pescantina, sopravvissuto);
• CORBELLI Mario di Serafino (fratello di Guido, anch’esso milite GNR Pescantina,
sopravvissuto). Ex-milite ferroviario, brigadiere. Già aderente Fascio di Combattimento
di Ravenna;
• DILETTI Giuseppe (res. S. Leo – Pesaro), tenente, addetto all’autoparco;
• FERRANTI Mario, 32 (res. Bussolengo) [secondo G. Pisanò caduto il 30 aprile a
Susegana-Treviso];
• GAVELLI Vincenzo, 35 (res. Faenza, lattoniere);
• GRECO Giuseppe, 54 (di Porto Corsini, res. Ravenna), vice-brigadiere (o impiegato
civile “addetto ai profughi”?);
• GRECO Rinaldo congiunto di Giuseppe, 50 (di Marina di Ravenna, res. Ravenna);
• ORSINI Nello di Tomaso, 43 (res. Ravenna). Maresciallo. Già aderente Fascio di
Combattimento di S. Pietro in Vincoli;
• RIGHI Crescentino, 36 (res. Urbania – Pesaro).
PRESIDIO GNR NON INDIVIDUATO
• ALBONI Almo
• ALLEGRI Teodoro di Matteo
• BARUZZI Giambattista
• BELLOSI Alberto di Giuseppe (da Lugo di Romagna). Già aderente Fascio di
Combattimento di Lugo;
• BELLOSI Norma
• BERTUZZI Cesare
• CALDERONI Luigi, 50 (res. Ravenna);
• CANUTI Ugo, 40 (res. Faenza, capomastro) [secondo G. Pisanò, caduto il 2 maggio‘45];
• CASADIO in SOLAROLI Maria, ravennate Ausiliaria GNR;
• CASADIO Oberdan
• CASADIO Raimondo
• CAVINA Domenica (detta Pierina), 31 (res. S. Stefano di Ravenna). Ausiliaria
GNR (sorella di Guerrina, anch’essa ausiliaria GNR, sopravvissuta);
• CAVINI Otello
• CAVINI Salvatore
• CIOTTI Mario
• CIVENNI Ugo, 39 (res. Ravenna, agricoltore);
• COSTA ? Già aderente Fascio?
• DALL’OLIO Cesarina
• DEL GRECO Umberto, 43 (res. Firenze). Ufficiale d’amministrazione GNR;
• FIUMANA Ernesta, 19 (res. Ravenna, operaia). Ausiliaria GNR;
• FOCACCIA Leonida di Mauro (res. Ravenna). Già aderente Fascio di Combattimento
di S. Pietro in Vincoli;
• GASPARE Pio
• GOLFARELLI Guerrino, 27 (res. Villa d’Albero);
• GRAZIANI Giovanni di Ernesto. Già aderente Fascio di Combattimento di Voltana;
• GUALANDRI Giovanni di Dante, capitano, caduto il 2 maggio ‘45. Già aderente
Fascio di Combattimento di Faenza [unica fonte: G. Pisanò];
• GUIDETTI Eugenio, 57 (res. Porto Corsini);
• LAMI Giuseppe
• LOMBARDI Samuele, 22 (res. Cireggio d’Omegna – Novara);
• LORENZON Marcella
• MARCHETTI Giuseppe
• MARESCOTTI Agostino, 42 (res. Alfonsine di Ravenna);
• MARONCELLI Marino, 46 (res. Ravenna, operaio);
• MARTINI Antonio
• MERENDI Giovanni (?) [secondo G. Pisanò, caduto il 1° maggio ‘45 a SuseganaTreviso];
• MERENDI Francesco, 45 (res. Ravenna);
• MERENDI Giovanni, 40 (res. Ravenna);
• MILANDRI Sergio, 28 (res. Ravenna);
• MONTANARI Roberto, milite, caduto il 2 maggio ‘45 [unica fonte: G. Pisanò];
• PASI Cesare
• PRETOLANI Antonio, 38 (res. Ravenna);
• RICCI Antonio, 35 (res. Ravenna, tipografo).
• RICCI Quarto
• ROMAGNOLI Augusto, milite, caduto il 2 maggio ‘45 [unica fonte: G. Pisanò];
• SAVIOTTI Amedeo, 31 (res. Ravenna, muratore);
• SCARABELLO Anacleto
• SCARABELLO Ernesto
• SPAZZOLI Ferdinando, 43 (res. Ravenna);
• TARTAUL Danilo
• TEDALDI (o TEDOLDI?) Primo
• TEDIOLI Saturno di Lorenzo, 42 (res. Brisighella). Già aderente Fascio di Combattimento
di Brisighella;
• TURA ?
• TURCI Celso (?) [secondo G. Pisanò, caduto a Carbonara-Treviso];
• VALENTI Aldo, 23 (res. Ravenna, operaio);
• VALENTI Sesto, (res. Ravenna);
• VESTRI Valeriano, 31 (res. Ravenna, bracciante);
• VILLA Alfredo, 30 (res. Ravenna, fratello di Nazario e Vincenzo) [secondo G. Pisanò
caduto il 1° maggio ‘45 a Susegana-Treviso];
• VILLA Nazario Sauro (o Narcisio?), 20 (res. Ravenna) [secondo G. Pisanò caduto
il 1° maggio ‘45 a Susegana-Treviso];
• VILLA Vincenzo, 22 (res. Ravenna) [secondo G. Pisanò caduto il 1° maggio ‘45 a
Susegana-Treviso].
Articolo dal Corriere della Sera 23 settembre 1990

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