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STRAGE ROVETTA, DA ARCHIVI INGLESI EMERGE VERITA' ECCIDIO MILITI DI SALO'

FURONO PARTIGIANI DI UNA BRIGATA DI 'GIUSTIZIA E LIBERTA'' A UCCIDERE 43 GIOVANI

Dopo decenni di ambiguita', viene alla luce la verità su uno dei più sanguinosi eccidi commessi dai partigiani sul finire della Seconda guerra mondiale: la strage di Rovetta, nel bergamasco, nella quale morirono 43 militari della Repubblica di Salò, appartenenti alla legione Tagliamento. La verità emerge da documenti inediti conservati nell’archivio del Soe britannico, a Londra, che ora la studiosa italiana Grazia Spada pubblica nel libro “Il Moicano e i fatti di Rovetta” edito da Medusa. Fu una delle pagine nere della lotta partigiana e venne scritta il 28 aprile 1945 (il giorno stesso della fucilazione di Benito Mussolini), quando ormai le sorti della guerra erano segnate.
I militi della Tagliamento, per lo più giovanissimi, dopo essersi arresi ai patrioti del paese con la promessa di aver salva la vita, vennero uccisi davanti al muro del cimitero a sventagliate di mitra dai partigiani delle b
rigate di quel territorio. Per anni la responsabilità è stata addossata principalmente a un misterioso agente al soldo dei servizi segreti britannici (Soe) attivi sul territorio bergamasco. Il suo nome in codice era ''il Moicano''. La sua identità rimasta fino a poco tempo fa segreta, e anche le ragioni che portarono al sanguinoso eccidio, vengono ampiamente esaminate nel libro della studiosa italiana.
Oltre a ricostruire nei dettagli l’identità e la vita del ''Moicano'', Paolo Poduie, un istriano morto l’8 luglio 1999 a Milano, Grazia Spada mostra come la versione ufficiale dei fatti non corrisponda alla verità. Come mandante della strage venne indicato ''il Moicano'', e si disse che agì per conto degli inglesi allo scopo di screditare il movimento partigiano comunista. La responsabilità materiale venne attribuita alle brigate Garibaldi della zona. Ma molto di quanto reso pubblico non corrispondeva a una ricostruzione ragionevole dei fatti. Dai documenti ritrovati e dalle ricerche della studiosa negli archivi di Londra e in quelli della resistenza di Milano e Bergamo emerge una nuova e determinante responsabilità: quella dei partigiani della brigata “Camozzi” di Giustizia e Libertà, che in quei giorni ottenne il controllo di Rovetta.
(Sin-Pam/Col/Adnkronos)

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