Nel Veneto la provincia più colpita dal furore resistenziale fu quella di Treviso con un migliaio di uccisioni. I maggiori responsabili si contavano in una decina ma uno fu il più sanguinario, il partigiano "Falco", Gino Simionato di Preganziol. Postosi a capo di una banda di assassini eliminò in gran numero fascisti, ex fascisti, prigionieri, ausiliarie, militari alleati dei quali tuttavia, secondo le carte processuali, solo 85 scoperti a suo nome. Nessun combattimento, ma solo esecuzioni. I suoi crimini ebbero inizio nell'aprile del '45, quando il rischio di dover affrontare nemici sfumava giorno dopo giorno. Con automezzi alleati lasciava il comando di Breda di Piave e raggiungeba le località a seminare morte con le sue squadre di esecutori, comandate dai famigerati "Ferro" Alfonso Benedetti, "Senna" Silvio Cadonà di San Biagio di Callalta, "Zebra" Carlo Bisetto di Breda di Piave, "Nasetto" Giovanni Tiozzo di Me