FRANCESCO MORANINO detto “Gemisto” era un comandante partigiano comunista, a capo del 6° distaccamento Pisacane della Brigata Garibaldi-Biella, anch’essa comunista.
Moranino, fautore della creazione di una repubblica sovietica sul suolo italiano, al momento della liberazione, si specializzò nell’uccisione di fascisti, o presunti tali, e di partigiani “autonomi”, che potevano contrastare la sua guerra ideologica.
L’evento drammaticamente più significativo fu l’eccidio della cosiddetta “Missione Strassera” avvenuto il 26 novembre 1944 in località Portula.
Emanuele Strassera era stato incaricato dagli anglo-americani di coordinare la lotta partigiana e di controllare l’attività delle formazioni comuniste.
Strassera si rese conto dei piani di Moranino, che andavano ben oltre la Liberazione dai nazisti, e insieme ad altri quattro amici arruolati si dedicò quindi a stilare un rapporto sulla situazione, da consegnare agli agenti alleati operanti in Svizzera.
Moranino organizzò un’imboscata in cui attirare queste cinque persone e le assassinò, massacrando anche due delle spose degli uccisi stessi.
Dopo la strage Moranino iniziò la sua carriera politica, in seno al Partito Comunista Italiano, per il quale nel 1946 fu eletto a Torino nell’Assemblea Costituente.
Nel 1947 fu nominato sottosegretario alla Difesa nel Governo De Gasperi.
Fu rieletto per il PCI nel 1953 nel Fronte Democratico Popolare.
Nel frattempo i familiari delle vittime della “Missione Strassera” raccolsero prove schiaccianti sulle responsabilità di Moranino, divenuto intanto deputato comunista.
Il 27 gennnaio 1955, durante il Governo pella, la Camera dei Deputati votò per l’arresto del criminale partigiano, dietro domanda della Procura di Torino.
L’accusa era di omicidio plurimo aggravato e continuato, oltre che di occultamento di cadavere e Moranino fu condannato alla pena dell’ergastolo per sette omicidi commessi durante il periodo della “Resistenza”.
Si legge nella sentenza :
«Perfino la scelta degli esecutori dell’eccidio venne fatta tra i più delinquenti e sanguinari della formazione. Avvenuta la fucilazione, essi si buttarono sulle vittime depredandole di quanto avevano indosso. Nel percorso di ritorno si fermarono a banchettare in un’osteria e per l’impresa compiuta ricevettero in premio del denaro».
L’onorevole Moranino, detto “Gemisto”, non fu arrestato perché scappò a Praga, in Cecoslovacchia, protetto dal Partito Comunista dove divenne Direttore dell’emittente radiofonica in lingua italiana, Radio Praga.
Il 27 aprile 1965 Saragat, a causa di manovre attuate dalle correnti di sinistra interne al partito della Democrazia Cristiana, fu indotto a firmare la grazia per il criminale comunista.
Nel 1968, il PCI e il neonato Psiup (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria) candidarono Moranino nel collegio di Vercelli.
L’assassino fu rieletto ed entrò a far parte della Commissione Industria e Commercio del Senato.
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